Buon pomeriggio ♡
È il momento di iniziare un nuovo mese di formazione! È martedì, del resto; inizia oggi il tredicesimo dei percorsi.
Forse càpiti dalle parti delle Lettere per la prima volta (nel caso, ti ringrazio di cuore per aver accettato il mio invito), o magari è da tanto tempo che ti interroghi sul valore che io assegno a questa pubblicazione che stai tenendo sotto gli occhi.
Voglio iniziare questo numero rispondendo a questa suggestione.
Due sono i criteri che hanno sempre guidato le mie scelte professionali: 1) scoprire; 2) condividere. Entrambi - non a caso - li trovo perfettamente espressi nel mestiere di docente, nonché nell’attitudine di chi sta apprendendo. Quello che scrivo e organizzo sulle Lettere nasce infatti con il fine di porre sotto la lente d’ingrandimento alcune possibilità di incontro con la realtà (che poi, che cos’è educare/educarsi se non questo?), analizzarle e destinarle ad altre persone. Tu, per esempio.
Trattengo nella memoria tutte le risposte che ho ricevuto in questi quattordici mesi di pubblicazione, tutte le osservazioni, e soprattutto gli incontri - quelli concreti, fatti di viaggi in auto e di caffè bevuti - così come i lavori in classe che ne sono scaturiti.
Forse l’ho già raccontato in un’altra occasione, ma correrò il rischio di ripetermi. Io vengo dalla ricerca scientifica, la mia prima attività è stata quella di ricercatrice; per sette anni mi sono mossa tra provette, centrifughe e vetrini. Ma MAI (te lo assicuro!) ho avuto la sensazione di svolgere una vera attività di ricerca così come da quando ho iniziato questo progetto delle Lettere.
Perché ti racconto questo?
Perché vorrei proprio che quello che i lettori possono trovare qui (soprattutto) il martedì e il venerdì vada a costituire, nel tempo, un sostanzioso archivio di dati, sperimentazioni, riflessioni, ipotesi e conclusioni sulla scuola e sull’azione dell’educare. Ed è proprio per tale ragione che - a dispetto del titolo molto ‘chiuso’, di questa pubblicazione che non voglio definire newsletter - estendo ciò che scrivo anche a coloro i quali non sono in classe come professionisti, ma sono vicini a chi sta in classe - in quanto genitori - ed anche si trovano nelle aule delle università, a sperimentare più in profondità la relazione educativa che si esplica nello studio.
E allora voglio definire Lettere ad un (giovane) docente una specie di rivista in forma di Atti di un convegno, nel quale chiamo a raccolta - di volta in volta - filosofi, pedagogisti, sociologi, insegnanti (… e me stessa!) per far loro raccontare che cosa significhi stare in una dimensione di apprendimento costante.
(sempre se sei nuovo o nuova da queste parti) Questi sono stati gli argomenti sui quali ho ‘svolto ricerca’ negli ultimi dodici mesi:
Valutazione
Cura di sé
Pensare per problemi
Distrazione
Rischiarare l’umano
Le parole del pensare
Insegnare: liberare l’individuo
Valutare è un atto rivoluzionario
La responsabilità dell’educare
Una Istituzione per ‘noi’
Un lavoro a misura di ‘persona’
Alla scoperta del Sé nella scuola
Come forse già sai, li ho organizzati in due ‘volumetti’, due e-book da consultare e da meditare con calma. Se vuoi scoprire più nello specifico il progetto, puoi trovarlo qui.
E dunque…? Su quale tema voglio oggi invitarti a farmi compagnia per le prossime quattro settimane?
Ho pensato ad un percorso con questo titolo: Diventare persone. Perché, se è vero che ‘scrivere e far di conto’ costituiscono la paglia con la quale possiamo pensare di fabbricare dei mattoni, l’orizzonte che abbiamo davanti agli occhi - come educatori e come studenti - è ben altro…
Il percorso continua per gli abbonati sotto il paywall.
Se desideri leggere pur non avendo sottoscritto un abbonamento (magari vuoi farti un’idea…), scrivimi pure e ti ‘aprirò’ il contenuto! (ti descriverò che cosa intendo con ‘spazio disciplinare di relazione’... e c’è anche un video originale da scaricare)
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