“Vita contemplativa simpliciter melior est quam activa”
(Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II, 2, 182)
Buongiorno ✧
Il tempo dell’estate si apre - finalmente! - davanti a noi, sfiniti viandanti professionisti di un anno scolastico vissuto fra tremori, timori, attesa e desiderio in rapporto variabile.
Intrisi come siamo - forse in modo inconsapevole, per il semplice fatto di essere nati in momenti casuali degli ultimi decenni del Novecento - di quello sguardo ‘calvinista’ sulla vita che associa alla dimensione lavorativa l’unica possibilità di salvezza sociale, fatichiamo a non contrapporre il tempo libero a quello ‘produttivo’, a non contrapporre il dovere al piacere.
Eppure, siamo docenti. Il nostro lavoro si esplica - nella sua ineludibile sostanza - sull’umano. E questo fa la differenza (anche se penso oserei scrivere le stesse righe anche sul dépliant aziendale di auguri per il mese di agosto).
Siamo docenti. E quindi ci sono - sì - gli infiniti collegi docenti e i colloqui afoni con alcune famiglie, ma la sostanza è altrove, e lo sappiamo bene.
Per noi, la vita contemplativa trattiene ancora il suo sapore altomedievale: il tempo libero non vorremmo associarlo ad una pigrizia indolente; non ci invita alla dispersione, ma al raccoglimento; non è dis-trazione, ma a(d)-ttrazione.
Perbacco! Siamo discendenti di Socrate, Platone e Aristotele! Praticanti attivi di una scholé che, sola, garantisce l’esame contemplativo della verità, quel contemplativo indugiare sul bello che era, nella mente di quei grandissimi, la theoria.
Non viviamo forse quotidianamente, con i nostri studenti, quel (finto) ossimoro che è la passione nella contemplazione della Bellezza?
Non vorremmo - tutti, e noi docenti a maggior ragione - che il nostro tempo libero non fosse né lavoro, inteso come indispensabile mezzo di vita che si dedica alla risoluzione delle necessità, né quella vuota inattività riempita di eventi ed esperienze fugaci?
Non desidereremmo invece un tempo ‘in eccesso’ da adibire al raccoglimento, ad una inquietudine che è sana perché trascina verso orizzonti ed esplorazioni del Sé?
Mi piace da sempre pensare che la vita contemplativa - che non coincide con la ‘faticosa’ vita intellettiva - comprenda in sé la vita activa, e che quest’ultima, però, della prima, sia esplicito suddito.
Ti auguro quindi un tempo nel quale poter fare esperienza di durata, un tempo nel quale la lentezza delle esperienze, ed in particolare l’esperienza lenta della lettura e dello studio scandisca le tue ore.
Ti auguro un tempo nuovo, un tempo di rivoluzione, di esitazione e di attesa. Un tempo di scoperta.
Un tempo nel quale riscoprire il piacere dell’indugiare.
Buona estate!
Simona
(intanto io continuerò a farti compagnia come sempre…!)