Innanzitutto…
Voglio anche ricordarti che il 6 dicembre è anche uscito il mio e-book che raccoglie i primi dieci mesi dei Venerdì delle Lettere (anche se, a volte, erano diventati dei sabati…). Se hai ancora nelle Archiviate molte delle Lettere, pensi di non avere tempo per spulciarle tutte e quindi non hai ancora previsto un abbonamento, puoi acquistare direttamente l’e-book che contiene tutti gli articoli del venerdì (dedicati all’orientamento, alla didattica orientativa e al concetto di identità individuale), nella loro forma completa, quella alla quale hanno accesso gli abbonati. Il costo dell’e-book è di 30 euro. Se vuoi saperne di più, trovi tutto qui.
Buon pomeriggio e buon inizio di vacanze (a meno che tu non abbia lezione anche domani…) 🎄
Anche qui, sulle Lettere, si può parlare di ‘tradizione del venerdì’: il mio girovagare intorno a temi e concetti che hanno a che fare con l’acquisizione di una consapevolezza identitaria, con l’idea di futuro, di scelta e di cambiamento.
“Le persone ambiscono a sentirsi ‘a posto’. Tuttavia, è soltanto quando non lo sono che vi è una qualche speranza per loro”
La citazione, tratta da uno degli scritti di Ralph Waldo Emerson, ci ricorda come, in un’epoca che glorifica il cambiamento (a tutti i livelli della vita personale e comunitaria), ognuno di noi sia ancora tremendamente restio ad accettarlo e a volerlo affrontare.
Scrivendo queste parole, non posso che avere la mente sui percorsi che compiamo insieme ai nostri studenti, ai nostri figli (oltre che su noi stessi): immaginare di cambiare è cosa terribile perché, più di ogni altra, ci paventa la figura del fallimento.
Eppure, cambiare si può, ed in alcune occasioni della vita, anche si deve.
(penso soprattutto agli studenti che, durante queste imminenti vacanze, dovranno definire una volta per tutte il luogo dei loro prossimi anni di formazione).
La filosofa L.A. Paul, nel volume Transformative experience, ci aiuta a riflettere sul concetto di scelta, a partire dal famoso ‘esperimento mentale del vampiro’ (*). Ti riporto, qui sotto, un brano tratto dal citato volume, tradotto e rimaneggiato da me, nel quale ti invito a prenderti la libertà di sostituire al campo semantico del ‘vampiro’ quello di una qualsiasi disciplina o esperienza mai affrontata. Io effettuerò questa azione avendo nelle orecchie quello che mi diceva lo scorso anno la mia studentessa C.: “prof, io vorrei fare il liceo classico, ma greco e latino sono materie che non ho mai fatto. Mi attira l’idea di studiarle, ma come faccio a sapere se riuscirò ad affrontarle?”.
(*) Il paradosso del vampiro è un elegante esperimento mentale che si apre con la semplice domanda: “vorresti essere un vampiro”? Corollario: non faresti del male a nessuno, avresti tutti i ‘superpoteri’ di un vampiro e troveresti ‘di là’ tutti i tuoi amici, che hanno già compiuto la trasformazione e felici di averlo fatto.
Leggiamo dunque le parole di Paul.
“Il problema, in una situazione simile, è quella di poter effettuare una scelta informata. Infatti non puoi sapere che cosa significa essere un vampiro finché non ne diventerai uno. E se non puoi sapere com’è essere un vampiro senza diventarne uno, non puoi confrontare la tua esperienza - quella di essere umano - con quella che vivresti da vampiro. Questo significa che, se vuoi compiere la tua scelta sulla base di ciò che potrebbe essere la tua esperienza nel futuro, non puoi farlo razionalmente. Perlomeno, non puoi farlo soppesando le diverse alternative di esperienza e scegliere su questa base. Ti sembrerà anche molto sospetto scegliere unicamente sulla base delle informazioni che ti hanno fornito i tuoi amici, già diventati vampiri. Infatti, essi non sono più umani, e perciò le loro preferenze ormai sono quelle ‘da vampiri’ e non più ‘da umani’, quale tu sei ancora”
Come uscire da questo paradosso?
Come aiutare C. a scegliere il liceo classico anche se non ha mai studiato la grammatica di queste lingue?
(E devo confessarti che utilizzerò il metodo indicato da Paul anche nelle MIE prossime scelte ‘di vita’...)
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