“Tutto quel che è semplice è falso. Tutto ciò che è complesso è inutilizzabile”
(P. Valery)
Buon inizio di settimana ♡
Ti stai chiedendo se ti sto prendendo in giro, vero?
Perché esordisco con quella citazione di Paul Valery, che parrebbe contraddire in termini ciò che qui ci raccontiamo vicendevolmente ?
(grazie infatti a tutti coloro che ogni settimana mi rispondono anche solo per condividere un pensiero o la loro circoscritta esperienza)
Dove si colloca un docente, allora? (ma, se è per questo, anche un genitore, un educatore di qualsiasi categoria…)
Se crediamo a Valery e le alternative al lavoro che svolgiamo sono la menzogna e l’inutilità, qual è il nostro valore?
Oggi tenterò di dimostrarti la possibilità di un compromesso, partendo da ciò che svolgo in classe.
Uno dei concetti che mi piace sempre affrontare con i ‘piccoli’ di prima media è proprio quello che si nasconde nel binomio semplice-complesso. Che cosa significa lavorare su questa differenza?
Ad esempio, per me significa far tastare con mano, utilizzando i ‘banali’ argomenti della matematica, che qualità di informazione possono fornire un punto, una linea e una figura piana. Oppure decifrare il testo di una domanda e capire quando e come si possa tentare di fornire una risposta.
Procedendo lungo la scala della complessità riuscirà sempre più difficile ricordare le informazioni raccolte per strada, ma sarà anche più facile cogliere il significato di ciò che stiamo guardando.
In sostanza: è più facile capire un oggetto complesso di uno semplice!
Vuoi la prova? Immagina che io ti chieda di tracciare un quadrato che ha il lato lungo 2 quadretti? Basandoti sulle relazioni che conosci, che sono tante e dicono la complessità della figura (come sono gli angoli tra loro, che relazione esiste tra i lati, tra le diagonali) credo non avresti difficoltà a farlo. Prova adesso a rispondere alla domanda: “traccia una linea”. La linea è evidentemente un oggetto più semplice del quadrato, eppure scopriresti che non puoi adempiere alla mia richiesta. A meno che io non ti fornisca ulteriori informazioni (la linea è intrecciata, è chiusa, passa per i punti A e B, etc).
Sì. È più facile risolvere un problema complesso.
E allora mi dico che noi adulti forse siamo semplicemente coloro i quali traghettano i giovani e giovanissimi attraverso la complessità. Anche quando svolgiamo la nostra attività professionale, se siamo insegnanti; per questo motivo ho sempre trovato estremamente vera la suggestione fornita di Edgar Morin dell’ “educare alla complessità”.
Siamo coloro i quali rendono la complessità ‘utilizzabile’ grazie all’esperienza della comprensione che facciamo compiere a chi ci ascolta. (in barba a Paul Valéry!)
Concludo questa puntata raccontandoti di un’idea che ha preso forma in questa settimana, anche se nasce da pensieri che avevo appuntato sui miei taccuini più di dieci anni fa.
Penso di avertelo già detto (ancora, non ricordo quando… l’archivio delle Lettere inizia a presentarsi ingarbugliato persino alla sua autrice!): una delle mie più importanti esperienze professionali fu - nel 2010 - la partecipazione al Festival della Scienza di Cagliari. Per la durata di quasi due settimane, accoglievo il pubblico nella meravigliosa sala della Torretta (mi sembra proprio si chiamasse così) e lo conducevo - tra parole e agili esperimenti - lungo un viaggio di più di duemila anni, il cui protagonista era la forza di gravità.
Ecco, ho deciso di avviare un progetto simile.
✺Una serie di appuntamenti per ragazzi e ragazze che a settembre si iscriveranno alle tre classi della scuola media.
✺Un mini-festival della scienza…
✺Sei ore da trascorrere insieme (pranzo compreso!)
✺Aree di exhibit, dove svolgere semplici esperimenti, e momenti di ascolto e lettura, a partire da alcune proposte editoriali che ho selezionato negli anni
Inutile dire che sono entusiasta; ho riunito, infatti, in un solo ‘luogo’ tutto ciò che amo: la relazione con chi vuole apprendere, la storia della scienza e il racconto che se ne può fare, anche attraverso gli indizi sperimentali che i grandi scienziati hanno saputo ricavare.
Quest’anno avvierò il progetto ‘in piccolo’, solo su due giornate: il 14 e il 21 giugno, dalle 8.30 alle 14. Quindi, se hai figli tra i 10 e i 13 anni e abiti in Brianza (o hai voglia di scoprirla un po’, in quelle mattine durante le quali tuo figlio o tua figlia saranno con me!), ti lascio la locandina del progetto e la brochure da scaricare!
nb i posti sono limitati, perché voglio dedicarmi con attenzione ad ognuno dei partecipanti
Qui sotto, puoi scaricare le due pagine della brochure esplicativa:
IMPORTANTE! Gli abbonati alle Lettere potranno acquistare il servizio al 50% del costo al pubblico!
Ti auguro una buona settimana ♡