“Solo lo stupore conosce”
(Gregorio di Nissa)
Buon venerdì ✰
In questi giorni sto lavorando alla stesura del… - non ho ancora deciso come lo chiamerò - Quaderno dell’esploratore/Diario di viaggio (… Mappa del tesoro per ragazzi che stanno per iniziare la scuola mi piace, ma è un po’ troppo lungo)
Ho riempito di segnalibri decine e decine di volumi, mi aggiro per casa con il mio taccuino, al quale corro non appena mi viene qualche idea e che periodicamente (e freneticamente) consulto per accertarmi di procedere nella direzione prevista. Anche se - ricordando il Montale di Prima del viaggio - so benissimo che tutto ciò che di buono nascerà da questa ‘impresa’ sarà dovuto ad un qualche imprevisto.
♡ Con infinita gratitudine penso alle persone che già hanno acquistato il Quaderno, per usarlo nelle loro classi ma anche per consegnarlo in mano alla propria figlia il primo giorno di scuola. Niente, sono commossa… ♡
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Volevo scrivere
qualcosa per i ragazzi e le ragazze, in cui fossero loro stessi in prima persona i destinatari;
qualcosa che non fosse un manuale (come potrei, dai? io che ho fondato il #NONSOLOMANUALI??) ma che rimanesse pur sempre uno strumento;
infine, volevo creare qualcosa che andasse ad agire nella direzione che, a mio avviso, è l’unica direzione salvifica, in tema di scuola: LO STUPORE.
Non raccontiamocela diversamente: si conosce (solo) ciò che si ama.
Possiamo ragionare intorno ad un tavolo di scuola digitale, di escape rooms e di Kahoot!, di dispersione scolastica, di orientamento ed educazione civica, ma alla base - che significa alla sostanza, nel senso di” ciò che sta sotto” e fornisce struttura - c’è quello.
Per imbarcarti verso la conoscenza o, più prosaicamente, per mettere un piede davanti all’altro e alzarti dal letto ogni mattina (dai 6 ai 16 anni almeno!) devi provare meraviglia.
Il Quaderno fa questo. Dimostra che la scuola e lo studio sono un’avventura di conoscenza, sono un esercizio di sguardo. Percorsi sicuramente a volte faticosi, ma in grado di far provare quella sensazione unica, lo stupore, che ci ridesta al mondo ogni volta.
Noi, che siamo adulti, lo sappiamo bene. Forse ne abbiamo fatto esperienza, forse ne abbiamo sentito la mancanza; in ogni caso, abbiamo bene in mente dove possa condurre una strada in cui sia del tutto assente il fascino verso quello che incontriamo. Conduce al nulla, al vuoto.
Ai ragazzi - che ancora non sono così cinici come noi - non si può dirlo, è ovvio. E quindi ho inventato una serie di esperienze, di attività di meraviglia (da svolgere in classe se lo acquista un insegnante; da svolgere insieme ai genitori, da soli in cameretta oppure in giro per la città se lo acquista una famiglia).
E MI STO DIVERTENDO TANTISSIMO! A comporle, spiegarle, a creare le grafiche etc.
Il motto di Gregorio da Nissa è infatti la mia stella polare, in area educativa (ed è anche un meraviglioso volume di Marco Bersanelli e Mario Gargantini). Quando lo scoprii (nei primi giorni di insegnamento, grazie al mio caro e indimenticato preside), fu come se tutti i tasselli della mia personale esperienza di studentessa e di docente alle primissime armi si ricollocassero nella giusta posizione.
Però, con gli anni, ho voluto di più. Ho voluto cercare altra ragionevolezza per ciò che percepivo fosse fondante nell’impresa educativa; desideravo cioè che quello che è diventato metodo didattico (nello specifico della matematica e della scienza) trovasse quante più ragioni possibile per essere giustificato.
(forse basterebbe il titolo del libro del matematico Bruno D’Amore, Matematica: stupore e poesia…)
Quindi oggi, se ti va, puoi seguirmi nella scienza della meraviglia…
(se ti interessa, puoi seguirmi nelle prossime righe, riservate agli abbonati)
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