“O’ Brien tacque. “Un’altra domanda” disse poi. “Esiste il Grande Fratello?”
“Naturalmente esiste. Il Partito esiste. Il Grande Fratello è la personificazione del Partito.
“Ma voglio dire, esiste nello stesso modo in cui esisto io?”
“Tu non esisti” disse O’ Brien”
(G. Orwell, 1984, 1943)
Buon venerdì ✰
Esistere.
Esserci. Consistere.
In questi giorni - credo che tu lo sappia già, perché lo sto raccontando un po’ a tutti e proprio qui ne ho parlato anche lunedì scorso - sto ultimando la revisione di un progetto al quale tengo tantissimo: un doppio testo dedicato all’orientamento. Doppio perché il manuale che avrà in mano lo studente (per chi non è giovanissimo, come me, dico “no, non è la riesumazione del vecchio portfolio!) è accompagnato da un testo che ho voluto scrivere per il docente. I docenti, anzi. Spero proprio che, durante i prossimi consigli di classe non si debba più dare per scontato che dell’orientamento si occupi… quello o quella di Lettere!
Se vuoi dare un’occhiata al piano dell’opera “Alla scoperta di… me”, lo trovi qui. E se vuoi leggere un’anteprima di entrambi i testi, basta che tu risponda a questa email!
Ho voluto che, per le ventuno (se entro lunedì mattina, quando diventerà disponibile il documento, non ne aggiungo qualche altra!) attività rivolte agli studenti, vi fosse un luogo nel quale venisse argomentata in modo dettagliato la scelta. Per questa ragione sola ho creato la Guida.
L’ho pensata come punto di lavoro e di confronto di un intero gruppo di adulti autorevoli che si sono assunti l’incarico di indicare ai giovani(ssimi) come si fa a guardare oltre. Non certo indicare che cosa guardare, ma il metodo.
E il metodo del (desiderare) guardare oltre è appunto l’orientarsi, che ha come perno il sapere dove si è. In una parola: avere consapevolezza della propria identità.
In tale consapevolezza si radica l’esistenza, al punto che - lo sappiamo bene - percepire la dissolvenza della propria identità avvelena le radici della sopravvivenza stessa.
Progettare l’orientamento, decidere chi-come-quanto-quando-cosa deve partire dalla scelta - nostra, di adulti - di abbracciare per intero l’evanescenza di un individuo in formazione.
(Aggiungerei che a qualsiasi età vorremmo avere la sensazione che qualcuno ci abbracci nella nostra evanescenza…)
Le attività che ho pensato e descritto nel manuale potranno essere più o meno divertenti, ma questo non toglie che siano - in base a quel principio che mi muove da anni - serie. Pesanti di senso.
La mia scelta di tenere il manuale leggero, agile, e di far sedere al mio fianco il docente (consegnandogli le mie parole), in definitiva riecheggia Arendt, quando afferma:
“La narrazione rivela il significato senza commettere l’errore di definirlo”
Se deciderai di acquistare il ‘pacchetto orientamento’, non potrei esserne più felice. Sarà un po’ come se qualcuno avesse accolto la mia storia di una storia che si fa.
Nella Guida, cito tra i pensatori che mi hanno formata (e affascinata) la prof.ssa Luigina Mortari e la sua espressione, che trovo meravigliosa, riferita allo studente seriamente accompagnato nell’orientamento: “pensosamente presente”. E questo mi ricorda De Martino, quando definisce la “perdita della presenza” il rischio esistenziale primario.
L’attività che ti propongo oggi (valida sia per il primo che per il secondo grado) è proprio relativa a questo concetto.
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