Foto di Adam Winger su Unsplash
Buongiorno e buona settimana!
(buone giornate di riposo, che tu abbia deciso di trascorrerle in un luogo lontano dal solito oppure nelle stanze della tua abitazione)
Giovedì scorso ho concluso il mio percorso con Patrizia Arcadi: tre mesi di riflessione, lavoro su di sé, distacco dai propri giudizi, presa di coscienza… Insomma, tutto il meglio che tu possa immaginare per un incremento di consapevolezza a livello lavorativo della quale avevo davvero bisogno.
E infatti proprio in occasione della nostra ultima sessione di lavoro, Patrizia mi ha suggerito una lettura - di quell’attività professionale di accompagnamento, nei confronti dei docenti, che ho intrapreso con entusiasmo e soddisfazione - alla quale avevo sinora avuto timore di dare pienamente voce. Mi sono perciò fermata a riflettere sull’esigenza - che sento io, ma mi accorgo che sia anche quella delle persone che hanno deciso in questi anni di lavorare insieme a me - di (ri)dare valore all’aspetto della relazione umana che è previsto nell’insegnamento.
Quante volte ho temuto di pronunciarla ad alta voce…? Quante volte ho fatto un passo indietro davanti alle affermazioni (spesso anche arroganti) che vogliono l’insegnante esclusivamente un professionista asettico dell’istruzione? Quante volte ho tentennato prima di utilizzare il termine ‘educazione’?
Ecco, direi che mi sono liberata anche di quel freno.
(e comunque, se vuoi disiscriverti, il bottone in basso è sempre disponibile! ma spero tu non lo faccia…)
Perché l’apprendimento è - sopra ogni altra cosa - luogo e tempo di una relazione tutta umana
È senza alcun dubbio un oggetto polimorfo, che abbiamo il dovere di indagare e di gestire come meglio possiamo, ma la sua natura inter-soggettiva ne costituisce la radice.
Ho anche riflettuto sui due temi che, finora, hanno costituito il fulcro della mia attività, diventando giorno dopo giorno oggetto di una ricerca sempre più complessa: l’orientamento e la valutazione. Averne messo alla luce la portata ‘relazionale’, quindi ‘umana’, è ciò che ha consentito di sviscerarli come mai avrei creduto fosse possibile. Ed ha consentito - ed è ciò di cui sono maggiormente fiera - ai docenti che hanno condiviso con me questa riflessione di acquisire assertività, autonomia e creatività. Non a caso, anche l’ambito del docente creativo mi sta ‘chiamando’, da qualche tempo…
Niente di più di questa mia piccola grande confessione, oggi. La sento come una lieve pioggia primaverile e non ti dico quante idee mi ha già fatto nascere!
A lunedì prossimo!
Simona
PS Ti ricordo che domani pubblicherò il terzo appuntamento del mini-corso sulla valutazione, per la sezione Stanze di Valore. Se desideri far parte anche tu del gruppo di docenti che stanno lavorando per una scuola più corrispondente a loro stessi e ai loro studenti, puoi abbonarti e avrai immediatamente accesso alle ‘puntate’ precedenti!