Buon venerdì ❂
Amo profondamente il concetto di visione (ritengo l’epiteto ‘visionaria’ la migliore descrizione che mi potrebbe essere destinata) e quindi non trovo sia affatto una coincidenza che questi nostri venerdì siano da molte settimane dedicati all’orientamento. Orientare/Orientarsi implica l’esistenza di un progetto, di una proiezione futura, che si incarnano in una sequenza meditata di azioni presenti. Da anni, ormai, non riesco più a ragionare sul minimo dettaglio disciplinare senza che esso possa trovare spazio all’interno di un ampio, pluriennale e globale sguardo orientativo.
Se vuoi dare un’occhiata ai percorsi di formazione che sono già attivi in relazione al tema dell’orientamento, li puoi trovare nelle seguenti Stanze di Valore: SdV#2, SdV#3 e SdV#4. Puoi scegliere il percorso che fa più al caso tuo o anche combinarli!
Lo accennavo anche la scorsa settimana: svolgere gli esami di Stato conclusivi del primo ciclo, lo considero ogni volta un privilegio! È come se ai docenti della commissione fosse concesso di lanciare un’occhiata fugace nel futuro di quei loro studenti goffi, immaturi, spesso ingenui e lazzaroni. Trovo che siano momenti d’elezione anche perché ci (ri)educano all’umiltà (umana) ed alla competenza (professionale, questa) data dal ritrarsi. Il colloquio d’esame non è più il momento del test delle conoscenze, così come non è nemmeno il pro-forma da risolvere in una ventina di minuti, “firma qui” e “avanti un altro!”.
È il tempo del voltarsi a guardare la strada che si è compiuta, del coraggio di ammettere le proprie responsabilità, dell’essere grati e del ‘lasciare andare’. Da studente ma anche da docente.
Durante la riunione conclusiva dopo gli scrutini, oggi, stavo appunto riflettendo a quale fosse la ragione, forse meno evidente ma sostanziale, per la quale il colloquio d’esame dei miei studenti - espresso nei termini ai quali facevo riferimento sopra - sia stato il momento di sintesi di un percorso orientativo durato tre anni.
Vi è un concetto attorno al quale vago spesso, ed è quello di creatività. Se non ricordo male, ad esso avevo dedicato la prima di queste Lettere. Mi piace esplorarlo come si esplora la costa dalla barca; senza attraccare, incerti fra il timore e il fascino. Mi chiedevo dunque, questa mattina, se la possibilità - per noi - di verificare l’acquisizione di una pur imberbe consapevolezza di sé, negli studenti, non fosse effetto dell’aver favorito lo sviluppo di una attitudine a creare.
“Il docente creativo orienta i suoi studenti, proprio perché ne favorisce l’attitudine creativa”: che cosa ne dici? Ti potrebbe piacere, come slogan?
[ho in mente da molto tempo di avviare dei percorsi anche sulla creatività nell’insegnamento… magari a settembre…]
Perché 'creatività’ è un termine da maneggiare con le pinze, per evitare di cadere nelle trappole di chi la considera una banale risorsa per ‘ricaricare le pile’, da esplicitare con un mandala veloce. Vygotskij affermava, nel 1933, che
“la creatività sussiste di fatto non solo dove realizza insigni, storiche creazioni, ma dovunque c’è un uomo che immagina, combina, modifica e realizza qualcosa di nuovo, anche se questo qualcosa di nuovo possa apparire un granello minuscolo in confronto alla creazione dei geni”
Ecco, è tutta la strada verso quell’immaginare, combinare, modificare e realizzare che penso sia il proprio della scuola orientativa. È questa strada che ho visto descrivere nelle parole degli studenti, nelle ultime due settimane. Trovo molto interessante la definizione che, della creatività, dà Trinchero (2013): essa è un costrutto, cioè qualcosa di non rilevabile direttamente ma solo attraverso l’osservazione o la sperimentazione delle sue conseguenze.
Altra caratteristica interessante della creatività è il fatto che essa possa essere intesa in cinque modalità differenti: prodotto, atteggiamento, potenziale, tratto e processo.
Che cosa dici se iniziamo ad inerpicarci su per il sentiero della creatività, in modo da capire quale sua sfaccettatura meglio corrisponde alla nostra didattica, ai nostri progetti e ai nostri studenti?
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