Territori del distacco
Attesa, noia, viaggio e scoperta: il privilegio di incontrare la preadolescenza, a scuola
Buon lunedì ♡
Giace spesso dimenticata nel panorama dell’istruzione la ‘scuola di mezzo’. Personalmente, amo molto la poco moderna denominazione “scuola media”, perché ne definisce chiaramente la posizione relativa, nell’ambito della scolarizzazione ma soprattutto della portata emozionale a carico dello studente.
Meno coinvolgente di una scuola primaria, alla quale i bambini si affacciano con il loro carico di curiosità e di prorompente affetto; cuccioli d’Uomo ancora arrotondati e goffi che si affidano ai loro insegnanti per imparare come si fa ad ‘abbandonare’ il terreno della famiglia.
Ma è davvero così?
Meno soddisfacente di una scuola secondaria (di secondo grado!), nella quale gli studenti compiranno il viaggio che li condurrà all’età matura e li farà sfociare nel Mar Adulto.
Ma è davvero così?
Eccola, la scuola di mezzo: studenti che non sono più bambini e non ancora ragazzi, persone che si fa fatica – da insegnanti e genitori – persino a denominare.
Vi è, in quell’età ‘imperfetta’ che va dagli 11 ai 14 anni, tutta la confusione e la meraviglia di un brano di vita delimitato da due eventi che faranno poi l’adulto presente nel bozzolo.
E i docenti della scuola media – lasciamela dunque ancora chiamare così! - hanno la fortuna di poter assistere a tale metamorfosi.
L’età della preadolescenza – altro orribile termine! – si inaugura e si conclude con due distacchi. Distanti tra loro soltanto tre anni, ma che sanciscono un punto centrale nella formazione della persona.
Probabilmente si tratta delle due esperienze di perdita più intense e stranianti, dopo quella (scontata ed inevitabile) della nascita:
1) il distacco da un’educazione ancora globale, molto attenta alla dimensione familiare
2) il distacco da un corpo non più di bambino, verso l’accettazione di sé come individuo destinato a realizzare un qualcosa di unico ed irripetibile nel mondo
La capacità essenziale per vivere la propria vita e non semplicemente assistere al suo dipanarsi è capire come affrontiamo le perdite, che la vita stessa ci pone come pietre miliari
Educare uno studente della scuola media significa aiutarlo ad abbandonare la sua vecchia pelle di bambino e poi ad accettare di affondare nelle profondità della sua unicità. Ma anche educare la famiglia di quello studente a lasciarlo andare, senza fornirgli alibi e giustificazioni.
L’estate, per i docenti, sta per iniziare. Gli studenti, già sono nel pieno del suo svolgimento. Hai mai fatto caso a quanta letteratura e cinematografia abbiano attinto alle estati del distacco?
L’estate fra la quinta elementare e la prima media: quanta attesa, quanto desiderio di ‘diventare grandi’, di poter magari andare a scuola da soli, di scegliere come vestirsi al mattino.
E poi quella più magica ancora, cioè l’estate fra la terza media e la prima superiore: quanta crudeltà, quanta incertezza, quanto soffocato desiderio…
Quale privilegio abbiamo, noi docenti della scuola di mezzo…
Sabato, su Instagram, ho raccontato della portata immaginifica - a livello orientativo - di alcuni albi (nessuno tra noi penserebbe ancora di definirli ‘per bambini’, vero?). Te ne ripropongo i titoli, e se li leggerai sono curiosa di sapere che cosa ne pensi:
(e ti anticipo che ho ordinato ieri altri titoli, comprendenti anche proposte di narrativa, che non vedo l’ora di raccontarti…)
È un po’ una mia ‘fissazione’ da sempre, l’indagine - letteraria, psicologica, filosofica - dei territori del distacco. A livello professionale, l’ho trasformata nella specializzazione sull’orientamento (*) e devo dire che è bellissimo scoprire quando tutte ‘le parti di te’ risuonano ad una medesima frequenza
Qui, sulle Lettere, ho appunto creato un altro mio luogo nel quale poter tornare e ritornare a riflettere sul tema di che cosa significhi e implichi il diventare grandi. Sono felice e fiera che, anche tu, ti ci senta a tuo agio.
(*) si tratta di una direzione che si è, in quest’ultimo anno, concretizzata nei seguenti percorsi e prodotti:
qui puoi trovare le descrizioni dei progetti di formazione che svolgo sul tema. Si tratta di accompagnamenti tri-quadrimestrali che realizzo in modalità “uno-a-uno”, dando la possibilità al corsista di sfruttarli secondo le proprie modalità e tempistiche (ma con la mia presenza costante garantita)
qui trovi la presentazione del mio 'pacchetto orientamento' "Alla scoperta di... me" (costituito da un Manuale per lo Studente e da una Guida per il Docente)
qui trovi la descrizione dell'e-book "Verso dove?", una raccolta di saggi e riflessioni sulla didattica orientativa
(perdona la pubblicità che mi faccio… ma è anche questo, il mio lavoro!)
Buona settimana ♡
Quanta verità nel racconto della terra di mezzo. A me piacerebbe tantissimo insegnare alle medie e quando lo dico ad alta voce davanti ad altri adulti di solito vengo guardata con ironia. Secondo me è un periodo fondamentale della vita delle persone e avere degli insegnanti che non li trattano come pedalini è una cosa che può davvero cambiargli la vita.
Anche a me affascina la terra di mezzo, dove tutto è in nuce, dove da bruchi si trasformano in meravigliose farfalle. Cosa possiamo fare noi adulti per non ostacolare questo naturale momento di fioritura? Stare, non fare. Grazie Simona per questa bellissima lettera