Buon pomeriggio ♡
Nel numero di oggi - un mercoledì che sa dei ‘nostri’ venerdì dedicati all’orientamento - ospito con grande piacere Eleonora Armaroli, redattrice di Terre di Mezzo e traduttrice dal francese del romanzo di Lisa Balavoine, edito in Italia con il titolo “Un ragazzo è quasi niente”.
Ebbi il piacere di parlare con Eleonora (e con Sabina Eleonori, responsabile del settore ‘scuola’ della casa editrice) qualche mese fa; lo avevo raccontato anche qui:
Prima di lasciarti alle parole di Eleonora - alla quale ho chiesto di raccontarmi che relazione ha instaurato con quel romanzo tanto particolare, unico, direi - ti ricordo che da venerdì 22 fino a domenica 24 si terrà - all’AllianzMico di Milano - la rassegna SFIDE-La scuola di tutti, un evento organizzato appunto da Terre di Mezzo editore (che proprio quest’anno festeggia trent’anni!). C’è l’imbarazzo della scelta, per quanto riguarda le proposte di aggiornamento e formazione rivolte ai docenti che vi si possono trovare.
Io sarò in Fiera venerdì, a partire dall’ora di pranzo… Magari riusciamo ad incontrarci! (scrivimi, se pensi di esserci, così ci organizziamo!)
E adesso, l’intervista ad Eleonora.
✧ Eleonora, qual è il tuo ruolo in Terre di Mezzo? ✧
Lavoro come editor per varie collane dell'editore, tutte dedicate a bambine/bambini e ragazze/ragazzi, sia romanzi che fumetti, fondamentalmente dai primi lettori ai maggiorenni. Quindi seleziono e propongo titoli per specifiche fasce d'età e li seguo passo passo nella loro lavorazione (a volte anche traducendoli) finché non "nascono" e diventano reali. Va anche detto però che qui a Terre di Mezzo spesso indossiamo vari cappelli. Io infatti, oltre a essere editor, mi occupo anche di trovare una casa all'estero per i libri di nostra produzione, quindi di venderne i diritti di traduzione, e seguo così anche tutta la parte di copyright e diritto d'autore. Può sembrare un po' confuso, ma l'editoria nasconde tantissimi cassetti che sono in realtà vitali per la filiera ed è facile che, negli ambienti indipendenti come il nostro, si viva il dinamismo di "cambiare le lenti".
✧ Come sei venuta a conoscenza del libro di Balavoine e perché avete deciso di tradurlo e pubblicarlo per i lettori italiani? ✧
Il libro di Balavoine inizialmente lo avevo notato per caso, sbirciando su internet le novità del mercato francese, e come spesso succede mi aveva colpito la copertina. Poi, durante un incontro con un'agente che ormai è diventata un'amica, l'ho visto nel suo catalogo e lei me lo ha fortemente consigliato, anche se all'epoca non ci occupavamo ancora di libri per un target di adolescenti. Leggendolo ho sperato di avere in mano il primo titolo di una nuova collana! Ne ho parlato con le colleghe, i colleghi e con l'Editore: restituiva un'emozione forte, ma al contempo era delicato; si leggeva come una canzone, ma non risparmiava nessuno dall'autocritica di come ci poniamo rispetto ai concetti di forza e fragilità, di gentilezza e virilità. Un libro semplicemente giusto, oserei dire necessario. Certo, la scrittura poetica ha anche suscitato qualche timore... lanciare un primo titolo del genere diventava un piccolo salto nel buio. Ma sta di fatto che abbiamo saltato e addirittura abbiamo chiamato la nuova collana "Slanci". È la giusta vendetta della poesia, che sembra così lontana da noi e che invece può ancora dire la sua!
✧ Quale tono volevi trasmettere nella tua traduzione? Hai incontrato l'autrice, prima? ✧
Ho cercato di rendere la traduzione musicale come l'originale, ma il francese rima molto più facilmente: verbi, aggettivi e persino alcuni sostantivi spesso hanno un'assonanza o la pronuncia dell'ultima sillaba è simile. Se ci si attiene a una traduzione più letterale, la resa finale nella nostra lingua rischia molto di più l'effetto filastrocca, che visto anche il target di ragazze e ragazzi andava a maggior ragione evitato! L'obiettivo era quindi riscrivere la lunga canzone di Romeo, mantenendo però una certa libertà dei versi, e cercare di dare al protagonista una voce autentica che suonasse anche in italiano. E a ben leggere, si può trovare qualche piccolo riferimento nascosto ad alcune canzoni...
Lisa l'ho incontrata solo dopo, a libro già pubblicato. E avevo molta paura. Per fortuna lei, pur non leggendo l'italiano, è stata molto felice di sentirne la lettura (o comunque è stata molto gentile nel rassicurarci). Credo sia speciale poter ascoltare qualcosa di tuo che suona accordi leggermente diversi. È la forza della multicultura!
✧ C'è una sezione del libro che ti ha coinvolto in modo particolare? ✧
Quel bisogno di fuga che accompagna Romeo fino all'incontro con Justine. È qualcosa che penso accomuni tante adolescenze, in tanti posti del mondo, e a cui Lisa ha dato una voce per nulla scontata. E poi, sarà banale, ma mi sono commossa quando Romeo riesce finalmente a trovare il coraggio di suonare con un gruppo. Lo trovo un passaggio molto simbolico.
E questo pezzo:
“Anche se sono un sognatore
E se spesso mi immergo nella tristezza infinita
Conservo una speranza in fondo al cuore
Non voglio mancare la vita.”
✧ Le emozioni evocate dall'autrice hanno trovato riscontro nel pubblico giovane, per quanto hai potuto notare nei tuoi incontri nelle scuole? ✧
Sì e lo dico con emozione a mia volta. E non solo la poesia può ancora parlarci, ma l'elogio della sensibilità, per quanto complesso e a volte anche un po' provocatorio, accende grandi dibattiti. È incredibile come, a una sconosciuta come me che con questi ragazzi e ragazze passa al massimo qualche ora, loro abbiano una voglia potentissima di dire chi sono, chi vorrebbero essere o chi temono di essere. E più ‘cresco’, più capisco che quegli interrogativi cambieranno pure forma nel tempo, ma toccano anche le corde di chi è ‘più grande’. E allora, forse, la letteratura YA ha davvero un potenziale intergenerazionale.
Mi sembrava bellissimo proporre anche qui la lettura di un testo che può aiutare così tanto un adolescente ad affrontare la scoperta di sé e l’accettazione di quelli che sono i suoi confini meno ovvi.
E tu, lo hai letto?
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