Buongiorno e buon martedì ✫
La scorsa settimana ho preso in carico il binomio ‘emancipazione-standardizzazione’, cercando di capire se la scuola attualmente abbia ancora l’ambizione di rendere liberi gli studenti o si stia adagiando nel ruolo (che nemmeno le riesce sempre così bene!) di erogatore di servizi per le famiglie.
Ma se rifiutiamo (o perlomeno ridimensioniamo parecchio) la prospettiva della scuola come ente erogatore di servizi, qual è il traguardo che ci proponiamo di raggiungere? Detto in altri termini, qual è il valore che saremmo fieri e felici di incarnare? Parlare di valori rischia di far cadere nella banalità chi lo propone (in questo caso, toccherebbe a me!), eppure un orizzonte di senso dobbiamo assolutamente e necessariamente riacquistarlo.
Accetto la provocazione della banalità e propongo allora di indagare che cosa accadrebbe se intendessimo il sistema-scuola - l’Istituzione per noi, come recita il titolo di questo percorso - come un ecosistema. Come modificheremmo ciò che diciamo della scuola, ciò che mettiamo in atto, se uno dei principii educativi fosse la visione del percorso formativo degli individui come il mantenimento di ecosistema?
Che cosa implica il concetto di ecosistema, applicato alla scuola?
Non so se ti sia ovvio (a me non lo è stato sin dall’inizio), ma in un ecosistema è cruciale la salvaguardia dell’alterità. Sì, potrei dire ‘diversità’, ma il concetto di “altro da me” mi sembra più potente ed anche meno ideologico. La diversità può essere intesa come “l’alterità dell’Altro” - un Altro che è simile a me e tuttavia differente in modo irriducibile - ma vi sono almeno due altre categorie di alterità che la scuola dovrebbe valorizzare e porsi come traguardo.
L’alterità della Natura e del Cosmo
L’alterità del Sé
1. L’alterità della Natura ingloba certamente il concetto di ‘rispetto’ nei confronti di un habitat che abbiamo il privilegio di occupare, ma io vi leggo anche l’attrazione che questo Altro può esercitare su chi ancora non conosce. Sollecitare o rinnovare lo stupore nei confronti di ciò che è sconosciuto ma si può conoscere dovrebbe essere uno dei fondamenti di qualsiasi disciplina. E non solo nella scuola primaria!
[riguardo all’accoppiata “sconosciuto/conoscibile”, mi viene in mente quello che hai potuto trovare nella Lettera di ieri… ⬇]
2. L’alterità del Sé è una sfida ancor più seria che la scuola può accogliere. Che scoperta può essere, per uno studente, arrivare a conoscersi talmente in profondità da intuire la compresenza in sé di innumerevoli sfaccettature? Pensiamo alla grandiosa risorsa che è la letteratura, alla possibilità che essa offre di sentirsi raccontati dalle parole di un altro.
Perché la figura dell’alterità dovrebbe essere un valore educativo per la scuola attuale e del futuro?
Innanzitutto la percezione di un’alterità (verso l’esterno o verso l’interno) genera una dinamica intensa, una tensione, verso la conoscenza di questo Altro. Spesso ci lamentiamo dello scarso coinvolgimento, vedi disinteresse, degli studenti (specialmente dei ‘grandi’); anche se non credo che sia tutto oro quel che luccica - per quanto, in questo caso, il modo di dire sarebbe da considerare al contrario! - mi sembra di cogliere comunque una difficoltà a manifestare quella tensione, da parte dei ragazzi e delle ragazze. Sarebbe perciò questa alterità verso Altro ad offrire l’opportunità di uscire dal proprio quotidiano e da se stessi; in un’età social, gestita da algoritmi che propongono solo ciò che vorremmo vedere e dalla fatica di andare incontro all’interlocutore, penso che un’occasione simile sarebbe da proporre a più non posso ai nostri giovani.
L’aspetto interessante, per la scuola, del triplo valore dell’alterità (di un’alterità verso se stesso, verso gli altri individui e verso la Natura) è che ognuna delle tre sue manifestazioni concorre a saldare gli altri due legami. Più che valore, forse ha senso chiamarlo davvero principio educativo.
Nella parte successiva, oggi ti presenterò alcuni esempi di come un tale principio educativo possa essere declinato nelle comuni attività didattiche. Infatti rendere quel criterio la colonna portante di una scuola significa tramutarla da ente gestore a impresa educativa.
{sotto il paywall il percorso continua per gli abbonati. Ti ricordo che ancora solo per la giornata odierna, l’abbonamento annuale viene offerto con il 50% di sconto, per festeggiare il primo anno di vita delle Lettere ad un (giovane) docente. Ti allego la locandina che ho creato, ieri, per l’occasione!}
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Lettere ad un (giovane) docente per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.