“Chi ama il bello finisce per trovarne ovunque, come un filone d’oro che scorre anche nella ganga più ignobile, e quando ha tra le mani questi mirabili frammenti, insudiciati e imperfetti, prova il piacere raro dell’intenditore, che è il solo a collezionare ceramiche ritenute comuni”
(M. Yourcenar, Memorie di Adriano, 1951)
Buongiorno ❂
Questa che inizia oggi è forse la settimana che, più di tutte, sancisce e suggella l’inizio del nuovo anno scolastico. Coloro i quali tra noi ancora non avevano vissuto il primo collegio, venerdì, probabilmente in questo momento stanno sorridendo a vecchie conoscenze e augurando il benvenuto a chi ha appena preso servizio. Mi unisco anch’io nell’abbraccio, soprattutto nei confronti di coloro che hanno raggiunto il ruolo e di coloro che si sono trasferiti in una nuova realtà.
Forse non è un male che lo scorso lunedì, se ricordi, io abbia scelto di procrastinare ad oggi la stesura di questa riflessione, di questo pensiero (‘post’ non mi piace e ‘articolo’, a volte, mi sembra troppo pretenzioso). Quello che vorrei dirti mi sembra infatti perfetto per l’inizio di questa settimana.
Sto rileggendo Memorie di Adriano; la citazione in esergo forse lo fa intuire. Mentre ne riprendevo la lettura, complice il fatto che avessi appena ultimato il ‘progetto Orientamento’ (se non lo conosci, lo puoi trovare descritto qui), ho preso una decisione.
Devi sapere che sono una persona piuttosto impulsiva, che decide ‘di pancia’ (e, tutto sommato, non me ne sono quasi mai pentita). Poi, a testa bassa, mi metto al lavoro.
La decisione che ho preso è stata quella di iniziare a scrivere qualcosa anche per i genitori e le famiglie, di questi confusi studenti tra gli 11 e i 15 anni. Ho sempre il timore a definire ‘libri’, questi qualcosa…
[sebbene la carissima L.T., donna di grande cultura che ho avuto il piacere di conoscere durante i tre anni nei quali il figlio è stato mio alunno, mi abbia sollecitato a non temere di utilizzare quella denominazione!]
Insomma, sto scrivendo ancora. Con un taglio evidentemente molto diverso da quello che ho utilizzato per gli insegnanti, ma con l’identica tensione: aiutarci a capire quanto ribollire di emozioni, passioni, incertezze ed angosce abiti l’animo dei preadolescenti e degli adolescenti.
Qui sotto ti lascio la possibilità di scaricarne la scheda (e soprattutto di scoprirne la copertina ed il titolo, del quale sono molto fiera):
La copertina - realizzata con S. Canva, il patrono protettore di noi insegnanti! - forse te ne ricorderà un’altra, una Einaudi d’antan; appunto quella del volume dal quale ho tratto la citazione che apre la Lettera di oggi.
Non si è trattato di un caso fortuito, ma di questo ancora non voglio parlare, per non svelare troppo…
Invece vorrei tornare proprio su quelle parole di Marguerite Yourcenar, che puoi trovare a pagina 16. Incominciando la ri-lettura del romanzo, mi sono accorta di quanto esse siano perfette per un insegnante, e soprattutto per un insegnante ad un nuovo inizio (cioè, sempre).
Quante volte i nostri studenti ci sembrano “la ganga più ignobile”?
Quante volte usciamo dall’aula scandalizzati per il loro non aver studiato, per averci respinti insieme alle nostre parole?
Quali termini spesso utilizziamo per definirli durante i consigli di classe?
Eppure, vorrei ripartire, quest’anno, con la certezza che avrò tra le mani frammenti di umanità; sì, insudiciati e ben lontani dall’essere perfetti (che poi… cos’è mai la perfezione?), ma pezzi unici. Quindi rari e preziosi.
Ed anche mi dirò che, se sarò in grado di assumere questo sguardo, lo dovrò al fatto che ho cercato di mantenerlo desto per venticinque anni. In una sorta di ‘allenamento alla bellezza’, come fa intuire Yourcenar.
Già mi ero espressa in termini simili quando avevo scritto il mio particolare ‘elogio dello studente irregolare’...
Lasciamo agli altri, a chi afferma che non potrebbe mai insegnare (e poi definisce il nostro un part-time ottimamente retribuito!), la presunzione di conoscere tutto, di questi giovani. Lasciamo ad altri insegnanti l’incrollabile sensazione di onnipotenza nei confronti delle vite dei loro studenti.
Per noi, teniamo la consapevolezza di una enorme responsabilità, una schiena dritta per educarli, ma soprattutto la fiducia che - sotto lo strato di sudiciume - qualcosa che possa rilucere esista.
Buon nuovo inizio a te ❂
Simona