Buon venerdì ♡
Ho appena terminato di scrivere un post su Instagram a partire da una suggestione che ho tratto da due studiosi contemporanei, Pete Davis e Barry Schwartz. Mi convinco sempre più (anche da mamma!) che i nostri giovani e giovanissimi vivono in uno stato di eterna paralisi della scelta, data dall’immersione in un contesto culturale nel quale il concetto di libertà che viene adottato conduce ad un paradosso psicologico e quindi porta al non-agire.
Penso di aver compiuto molto spesso l’errore di comunicare il “puoi diventare tutto quello che vuoi”... (che mi risulta tanto attiguo al “se vuoi, puoi!”).
Come possiamo aiutare gli studenti (e i figli) a non incorrere nella ‘paralisi della scelta’?
Una possibilità potrebbe essere il cosiddetto possibility thinking. Ne hai mai sentito parlare?
Se ne parlò per la prima volta con gli studi del gruppo di Anna Craft, nei primi anni Duemila, dai quali emerse una descrizione dettagliata di una modalità di pensiero che è un po’ più complessa di quello che viene normalmente definito ‘thinking outside the box’ (che - penso alle mie discipline ma sono certa valga anche per le tue - è il metodo che, a fatica, voglio trasmettere ai miei studenti).
Il pensare per possibilità prevede sia l’immaginare ciò che ancora non esiste che creare un percorso per giungervi, per rendere cioè reale quello che era solo possibile; si tratta perciò di una abilità cognitiva alquanto complessa. È infatti la seconda delle due capacità quella che, anche nell’ambito didattico, si traduce in difficoltà (o addirittura in impossibilità). Penso ad un problema che posso aver assegnato in classe e che preveda l’immaginazione - preferisco questo sostantivo ad ‘intuizione’ - di una via risolutiva; rendere reale tale via è lo scoglio, non ve ne sono altri. E si tratta sempre di uno scoglio argomentativo - cioè linguistico - come spesso ho raccontato.
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L’errore che deve essere sin dal principio evitato è che l’applicazione del pensiero per possibilità generi la soluzione. Esso, invece, dà origine ad un habitus mentale - che oltretutto accresce il senso di agentività - soggiornando all’interno del quale l’individuo sente che le cose siano possibili.
Oggi dopo il paywall puoi trovare una mappa di possibilità: mi sono divertita a proporti una serie di esercizi che potresti assegnare anche in classe ai tuoi studenti.
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