Non devi dimostrare niente a nessuno
Il dialogo con le famiglie al momento dell’orientamento e la risorsa dell’esperienza. Ed anche che cosa ci può insegnare un certo tipo di psicoterapia e che cosa si può fare con le 'parti di me'
Ciao e buon pomeriggio ♡
Martedì scorso mi ero espressa in termini di “meraviglia dell’orientare”:
Non rinnego quello che ho scritto… però è vero che pare trattarsi di una sensazione - di appagamento, di affetto, anche - che percepiscono soltanto gli adulti. Ho in mente, infatti, gli sguardi di quei dodici-tredicenni che si trovavano, martedì scorso, nell’auditorium: espressioni tutt'altro che stupite, affascinate, speranzose… Ecco, mi sono accorta che la speranza era proprio assente. E con essa, la fiducia. Prova ne sia, il commento che fece al termine una studentessa (e aveva gli occhi lucidi!): “a me spaventa tantissimo quella cosa che ha detto della differenza tra il vedere il futuro come una minaccia oppure come una promessa. Perché io non riesco proprio a vederlo come una promessa”. SBAM! Mi sono sentita come davanti ad una porta che viene chiusa in faccia.
Non sei forse d’accordo che il nocciolo della questione è tutto lì?
Sbagliare, rischiare, sognare, ambire; tutti verbi bellissimi, certo, ma che presuppongono un volersi proiettare verso il futuro. Un desiderio di farlo.
L., quel desiderio, non lo aveva proprio.
O forse era sovrastato dalla paura di fallire, di deludere (gli altri e se stessa).
Come si può trasformare un oggetto minaccioso in una promessa?
Sicuramente la scuola può fare qualcosa, ma, come vedi, non mi sento nemmeno di dire “tanto”. Dietro a quegli occhi luccicanti di lacrime, l’insegnante di L. mi ha poi descritto la situazione di una famiglia molto esigente, poco incline a tollerare esiti meno che eccellenti, etc. Tutte cose stra-note, situazioni sulle quali abbiamo poca presa, ma che sono quelle che incidono profondamente sulle modalità con le quali ragazzi e ragazze affrontano i percorsi della scelta.
Che cos’è quel ‘qualcosa’ che la scuola può fare, allora?
Ancora una volta, penso che non dobbiamo imbracciare le armi del professionista dell’educazione, accanendoci contro una visione esterna e diversa dalla nostra. E nemmeno lavarcene le mani al momento della consegna del consiglio orientativo (perché “fate un po’ come volete, alla fine!”).
Anche in questo caso, credo che con le famiglie una delicata assertività possa fare la differenza. E insisto sull’aggettivo. Non dobbiamo dimostrare a nessuno - e men che meno a coloro i quali ci affidano ogni giorno i loro figli - quante ne sappiamo, quanto siamo bravi e competenti. Non è su questo piano che si gioca il beneficio del dialogo e della collaborazione.
Invece, sono convinta torni molto utile aiutare le famiglie ad immergersi nella complessità del panorama culturale attuale, ma non semplicemente assumendosi l’incarico di ‘bussola’ fra le mille e fantasiose descrizioni della scuola superiore (mutatis mutandis, direi anche dell’università, ma in quel caso gli interlocutori mi auguro che siano gli studenti stessi!).
Sebbene addentrarsi nel panorama non garantisce in alcun modo la certezza di una previsione, almeno consente di intuire le relazioni che sono presenti al suo interno. E soprattutto di saperne anticipare la futura evoluzione.
Il docente che sa condurre è profondamente coinvolto nella sua disciplina - certamente! ci mancherebbe altro… - ma è indubbio che debba anche essere, con pari intensità, consapevole delle connessioni tra essa e tutti gli altri aspetti del vivere sociale. Nell’oggi e, in previsione, nel domani.
Quali sono dunque le possibili risorse?
Mi verrebbe da rispondere semplicemente: tutte quelle che esulano dallo stretto della disciplina! Le interconnessioni che essa presenta con discipline più o meno affini, e poi la psicologia, la sociologia, la filosofia! Le letture, cioè, che oggi come in passato sono state date alla nostra disciplina (perché non dimentichiamo che l’oggi è ciò che era il futuro di un passato).
Un po’ (tanto!) visionario, il bravo docente orientatore deve esserlo!
Oggi voglio dimostrarti come possa essere altamente efficace un accompagnamento alla scelta nel quale risuoni un certo approccio psicoterapeutico.
Se ti interessa, puoi seguirmi nelle prossime righe…
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