“Quel che più lascia colpiti è il fenomeno di queste improvvise illuminazioni, segno manifesto di un lungo lavoro inconscio precedente […] a proposito delle condizioni in cui avviene il lavoro inconscio, vi è un’altra osservazione da fare: esso è impossibile, e in ogni caso rimane sterile, se non è preceduto e seguito da un periodo di lavoro cosciente. Le ispirazioni improvvise […] non avvengono mai se non dopo alcuni giorni di sforzi volontari, che sono sembrati completamente infruttuosi […] come vanno le cose, allora? Tra le numerosissime combinazioni che l’io subliminale ha formato alla cieca, quasi tutte sono prive di interesse e senza utilità; ma proprio per questo motivo non esercitano alcuna influenza sulla sensibilità estetica: la coscienza non arriverà mai a conoscerle. Soltanto alcune di esse sono armoniose – utili e belle insieme”
(H. Poincaré) 1
Buon inizio di settimana ♡
Credo che se decidessimo di analizzare l’occorrenza dei termini che vengono utilizzati - a vario titolo e nei più disparati ambienti - nel descrivere e raccontare ciò che dovrebbe fare la scuola, la parola “curiosità” si localizzerebbe nelle prime posizioni in classifica!
Quante volte viene richiesto al sistema-istruzione di non spegnere la curiosità degli studenti?
Non è, tutto sommato, uno dei nostri obiettivi generarla e mantenerla, nello specifico delle singole discipline e nelle gimkane delle programmazioni da portare a termine?
A maggior ragione per noi, gli adulti che hanno a che fare con una generazione di giovani che spesso pensano di aver trovato (a portata di click o di scroll) la soddisfazione di ogni possibile curiosità, penso che possa essere utile ed interessante tornare sui dettagli di un tale clima interiore.
Di tutti gli stati d’animo, la curiosità è da sempre quello che mi abita con maggior frequenza. Questo progetto, del quale fai parte anche tu, credo ne sia la prova migliore. Streams of affects, definiscono infatti gli anglosassoni quelle correnti interne che definiscono il panorama emotivo di ciò che siamo, istante per istante.
Sono l’eco di ciò che viviamo, che abbiamo vissuto o che avremmo voluto vivere, in definitiva. Ed i pensieri, su un simile fondale, prendono vita.
Questo mi interessa - e molto! - da docente, da madre, da educatrice.
Come posso conoscere meglio quel fondale? Come posso allestirlo, considerando appunto che tutti i dettagli cognitivi, acquisiti dal giovane che ho davanti, lì troveranno posto?
Ho quindi provato ad interrogarmi su come io possa descrivere quella creatività che sento mia e che ambisco a generare nei miei studenti.
Potrei descriverne tra aspetti, allora, a seconda che scelga di concentrarmi su:
1) processo
2) prospettiva
3) scopo
1.
È intuitiva: agisce da leva e determina la scoperta (spesso per serendipità)
2.
Ha una prospettiva individuale
3.
Ha uno scopo intrinseco
Mi sembra che i tre aggettivi che ho indicato possano costituire un primitivo terreno di confronto - da esplorare anche insieme ai ragazzi e alle ragazze, perché no? e penso ad uno spunto di programmazione per il prossimo anno per Educazione Civica… - tra a) il metodo insegnato e messo in azione dalle diverse discipline e b) il ‘metodo’ che applica uno strumento come Chat GPT.
✤ Riguardo al punto 1, infatti, un Large Language Model (LLM) - come quello che ogni studente attuale dai 10 anni in su ha ultimamente provato a sperimentare! - si manifesta tutt'altro che intuitivo: è computativo per definizione, poiché il processamento efficiente di vaste quantità di dati è il suo cavallo di battaglia.
✤ Per quanto concerne la prospettiva, è evidente che una AI si basi su un’etica imparziale (non fosse che per una certa attività di mediazione dei dati accessibili).
✤ Lo scopo è estrinseco: (finora!) un LLM è stato elaborato per fornire risposte ad un interlocutore esterno.
Lavorerei quindi insieme agli studenti sulle seguenti domande:
1. Che cosa può fornire di diverso - vedi di utile e/o interessante - un processamento dei dati di tipo intuitivo, allora? (almeno fino al rilascio di una versione Chat GPT - 4.5, magari - che sia in grado di superare anche un test di Turing basato sulla serendipità!). Quale può essere il valore delle connessioni non-ovvie? Alexander Fleming avrebbe scoperto lo stesso la penicillina introducendo le sue domande in Chat GPT?
2. In quali situazioni l'esistenza di una ‘lente neutrale’ è un vantaggio/svantaggio? Qual è il confine tra una risposta ‘politicamente corretta’ ed una ‘disumana’?
3. È l’eterno dilemma del valore della scoperta: per sé o per altri?
4. Quali zone di contatto/integrazione possiamo immaginare tra i due tipi di curiosità, quella umana e quella AI?
5. Come ti vedi tu, studente, mentre stai cercando risposte? Metodico, indifferente e orientato all’esito..?
(6. E come ci vediamo noi, gli adulti..?)
In definitiva, quale tipo di curiosità ambisce a generare la scuola?
Mi sembra interessante chiederselo…
Buona settimana! ♡