Ti piace vincere facile?
Giocare con gli infiniti: alcune idee per quando... proprio sei a corto di idee!
Buongiorno ✰
L’appuntamento di oggi appartiene alla sezione Cosmografie.
Come sempre, ti ringrazio per accogliermi nella tua casella di posta e per dedicarmi qualche minuto della tua attenzione.
🌒
«Nessun’altra questione ha mai toccato così profondamente lo spirito umano, nessun’altra idea ha stimolato altrettanto fruttuosamente il suo intelletto; tuttavia nessun altro concetto ha più bisogno di essere chiarito di quello di infinito »
(D. Hilbert)
Adesso sì, che si inizia a giocare.
Cioè a programmare, a condividere con i colleghi tutto ciò che abbiamo letto/visto/ascoltato in prospettiva, durante le settimane dell’estate. “In prospettiva” perché mentre leggevamo/guardavamo/ascoltavamo, stavamo immancabilmente pensando: “questo andrebbe benissimo per la mia terza B!”, “questo lo devo proprio mostrare alla collega di Scienze!”, “ne verrebbe fuori un percorso di almeno dieci ore, in classe, con questo!” [i punti esclamativi sono d’obbligo, perché è sempre un colpo al cuore, quando noi educatori ci imbattiamo in qualcosa di tanto bello da generare la necessità di doverlo comunicare ai nostri studenti/figli].
E - come suggeriva quel gran geniaccio di David Hilbert - se vuoi vincere facile, be’... ripiega sull’infinito! Dalla prima primaria alla quinta superiore. In Matematica così come in Filosofia oppure in Italiano.
Sono ancora reduce dalle ricerche di questa estate, che sono (solo parzialmente) confluite nel Quaderno per l’Accoglienza (o Quaderno dell’Avventuriero). Mi riconosco perciò ancora molto sensibile riguardo al tema del sublime, di tutto ciò che nella realtà ci si manifesta in modo ‘da togliere il fiato’. Che non significa necessariamente ‘bello’, poiché a volte ci appare persino come ‘disturbante’ (la settimana scorsa usavo proprio il termine ‘perturbante’, a questo proposito).
Lasciamo pure perdere la connotazione matematica e i numerosi capelli bianchi che sono spuntati sul cranio di chi si sia imbattuto nel ‘famoso’ albergo del matematico al quale ho chiesto in prestito le parole in apertura! (ho scelto di proposito di segnalarti una pagina non-matematica, sebbene Maurizio Codogno sia un signor divulgatore della disciplina!)
Ma lasciamo perdere le discipline tutte, a ben vedere
Voglio mettermi nei panni di un… seienne? undicenne? tredicenne? quindicenne? ventenne non troppo appassionato di numeri e algebra?
Voglio mettermi nei panni di un essere umano. Di un individuo dotato di coscienza e di emozioni. Un individuo quindi senza età, ma disposto a lasciarsi interrogare da ciò che accade, che vive, che prova.
Come possiamo dimostrare - ma dimostrare davvero - che la scuola si prende carico di tutta l’umanità che ci abita?
Come possiamo dimostrare che a scuola è bello andare perché è lì che si trovano le risposte alle nostre domande? Ma non le domande sull’uso del congiuntivo o sull’algoritmo dell’addizione (per carità, anche quello, sì); le domande che tengono svegli la notte, che fanno sentire un peso sul petto, che gettano nella disperazione o che fanno credere di essere onnipotenti.
Che cos’è l’amore se non un modo in cui l’infinito irrompe nella nostra, limitata, vita?
Che cos’è la morte se non l’esperienza di questo limite?
Non c’è bisogno di essere matematici per capire l’infinito. La matematica, così come la poesia, possono però essere linguaggi per renderlo evidente, concreto, visibile ai nostri occhi.
Oggi:
ti regalerò un percorso tra Matematica, Arte, Tecnologia e Grammatica che, nella mia esperienza, serve per farlo irrompere nelle vite degli studenti, questo infinito! (e che, guarda caso, avevo scritto proprio per uno dei Carnevali della Matematica del suddetto Maurizio Codogno!)
ti parlerò di alcune risorse della letteratura
per l’infanzia e la preadolescenzache possono aiutare bambini/e e ragazzi/e a cogliere l’esistenza del punto in cui il finito si fonde con l’infinito
Se ti interessa, puoi seguirmi nelle prossime righe…
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