Il potere delle inferenze
Come si impara a fare i conti con la propria storia? Del perché “orientamento” è educazione all’interpretazione
Ciao! Ben ritrovato, ben ritrovata ♡
“Ah… bello. Ma che cosa scrivi, nello specifico?”
Ieri una persona appena conosciuta mi ha rivolto questa domanda.
(devo dire che me l’ero anche andata un po’ a cercare, quando rispondendo alla sua domanda “che cosa fai?”, ho osato dire - per la prima volta in assoluto della mia vita - “be’... scrivo!”)
Perché quando scegli quel verbo per descriverti - e già si tratta di un atto di coraggio enorme, perché lo fai navigando nel terrore di essere etichettata come ‘snob’ - il più delle volte è la narrativa, il campo che ti vedono solcare.
Vaglielo a spiegare, invece, che hai deciso di prenderti cura di un lotto di terreno che si chiama Substack, dove gente ben più stimata e famosa di te fa crescere da tempo cose meravigliose e dove tu stai cercando di creare un ambiente curato, attento al prossimo, nel quale ogni individuo che si senta coinvolto nell’educazione può entrare e raccogliere ciò che gli serve.
“Ho capito. Sono dei saggi.”
Degli as-SAGGI, forse sarebbe più giusto (ed umile!) definirli. Però… sì, mi piace pensare che chiunque sia approdato sulle Lettere possa coglierne spunti per pensare, spunti per agire, sia che l’interlocutore della relazione educativa nella quale egli è coinvolto sia uno dei suoi studenti oppure un figlio o una figlia.
Le Lettere non sono una rivista accademica e mi dà gioia il pensare che - compreso nel prezzo dell’abbonamento, mensile o annuale, che propongo - vi sia la possibilità per chiunque di accedere a concetti e al racconto di esperienze che, altrimenti, sarebbero riservati soltanto a discussioni in aule magne e/o a prezzi esorbitanti di download! (ogni giretto che compio su Google Scholar mi lascia alquanto delusa e mortificata…)
In questi giorni ho scoperto la definizione che dà un’autrice che apprezzo, di un tale modo di lavorare: indie publishing. Mi piace! Mi piace perché sottolinea quel profumo di indipendenza - a mio avviso, irrinunciabile in qualsiasi esperienza lavorativa si stia conducendo - che va a coniugarsi con la ricchezza delle collaborazioni che ci si va a cercare. Io lo sto effettivamente sperimentando, con il progetto delle Lettere; ho la sensazione di non essere mai ‘ferma’, sia dal punto di vista strettamente contenutistico che da quello delle relazioni umane.
[che poi… guarda qui sotto!]
Questo è il mio (datatissimo!) taccuino delle storie, nel quale ho raccolto - etichettati dalla A alla Z - abbozzi di trame di narrativa per ragazzi e ragazze!
Se esiste una differenza tra l’essere autrice e l’essere scrittrice, forse sta tutta lì…
Le prime due puntate dell’as-saggio sul valore dell’immaginazione le trovi qui sotto:
All’interno del percorso che sto creando (e che terminerà la prossima settimana) ho voluto portare alcuni esempi di come accompagnare un altro essere umano a “saper stare al mondo” abbia molto più a che fare con l’aiutarlo a ridisegnare il proprio orizzonte che non con il fornirgli una strumentazione del genere ‘kit per gli attrezzi’!
(ne parlavo ieri con Lucia, una collega delle superiori, che aveva letto anche lei questo articolo, scoperto grazie ad Emanuela Bandini, e vi aveva rinvenuto la triste conferma di come sia diventata sterile e fuori rotta la declinazione di ‘orientamento’ che sta calando dall’alto sulla scuola italiana)
Ridisegnare il proprio orizzonte è impresa faticosa, complicata e complessa, che davvero necessita che colui/colei che guida sia in grado di elaborare metafore adeguate (raccontando, creando attività didattiche, portando esempi, facendo fare esperienze, …) affinché chi segue possa costantemente localizzarsi tra passato e futuro, tra la ricostruzione storica di sé e la previsione di ciò che potrebbe diventare.
Per noi docenti, è (forse) più facile: abbiamo le nostre discipline! È competenza disciplinare - prima ancora che pedagogica e psicologica - quella che ci consente di portare le nostre materie come modello e rappresentazione del crocevia tra storia e finzione, tra vero e raccontato, tra dato e previsione.
Oggi ti spiegherò perché quello che fai, lavorando con le tue discipline, è già abbastanza (ed è tutto quello che serve!).
Se ti interessa, puoi seguirmi nelle prossime righe…
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