Buon lunedì ♡
Parafrasando le parole di Ginzburg che riportavo la scorsa settimana, non posso non condividere con te il senso di quiete che oggi provo, conseguenza del fatto che a) ascolto in lontananza l’avvicinarsi dei tuoni, b) osservo che l’uva fragola del pergolato è quasi pronta per essere raccolta, c) sento avvicinarsi l’inizio.
Ormai lo avrai capito, infatti… amo stare ‘sulla soglia’ e il tempo dell’estate me lo concede da un duplice punto di vista.
Patrizia Cavalli lo disse nel modo più drammatico e sublime che conosco:
«A me è maggio che mi rovina
e anche settembre, queste due sentinelle
dell’estate: promessa e nostalgia»
Io posso solo riconoscere, a fianco di una evidente struttura caratteriale ed emotiva, l’effetto che quel sentimento della soglia ha avuto - e continua ad avere - in ciò che faccio.
Ciò che sono è diventato perciò ciò che faccio (sono riuscita a farlo diventare, nel corso di una vita? … forse sì, anche… o forse il merito è stato una banale, semplice, urgenza).
Nel corso di questi ultimi mesi - nelle Lettere che qui scrivevo - sono ritornata molte volte sulla potenza immaginifica che, nell’adolescente e nel preadolescente, anima le settimane dell’estate. E continuo anche a credere che, per chi come me si trovi ad esercitare una professione che è in relazione con ragazzi e ragazze, quel binomio di promessa e nostalgia sia lo strumento più potente di cui possiamo disporre.
È per questa ragione che ho sempre desiderato che l’estate - per i miei studenti - fosse qualcosa di diverso dall’allenamento sugli argomenti incontrati durante l’anno. Ho sempre cercato di fare in modo che almeno una parte di ciò che assegnavo loro fosse in grado di entrare in risonanza con quel senso di promessa e di nostalgia che gli studenti inevitabilmente stavano provando. “Inevitabilmente” per una doppia ragione: cronologica e temporale. Se Cavalli ci rivela infatti che ognuno di noi, in definitiva, vive chiuso nell’abbraccio mortale del rimpianto per un passato e della tensione verso un futuro, cercando di oltrepassare i due confini nell’illusione di raggiungere un immobile presente, possiamo pensare invece che l’adolescente non riesca nemmeno a concepire che possa esistere altro fuorché il turbine della promessa e della nostalgia.
Pensa adesso a quanto accade nelle tue ore di lezione; se sei (anche) un genitore, pensa a ciò che regge la relazione con tuo figlio/tua figlia.
È tutto confinato lì. Tutto sta nel rendersi sufficientemente credibili ed autorevoli - agli occhi dei figli, agli occhi degli studenti - nel comunicare che vivere è - sì… - una faccenda da equilibristi ma anche è un percorso nel quale si deve imparare a non temere le turbolenze, a non avere paura di affacciarsi sulla soglia.
Questo (te lo giuro!) è ciò che mi accompagna ogni volta che entro in un’aula, ma è indubbio che vi siano appunto due momenti topici per creare esperienza nei ragazzi. Se il primo è la fine della scuola - e quindi l’inizio dell’estate - l’altro è l’inizio del nuovo anno scolastico.
Sarebbe da delinquenti (oltre che da stupidi!) non dare risposta a quell’inespresso desiderio di meraviglia - e di meravigliarsi - che gli studenti tentano, ancora con addosso la salsedine dell’acqua di mare, di reprimere al termine delle vacanze estive.
Di meraviglia&Co. parlavo anche nel primo degli appuntamenti delle Cosmografie
Vi è un unico “Progetto Accoglienza” che abbia dignità di esistere, nelle scuole, a mio avviso: accompagnare i ragazzi a rimanere a bocca aperta davanti a ciò che lasciano e a ciò che troveranno.
Del resto, non sono forse le stesse emozioni che hanno guidato noi ‘grandi’ lungo l’estate?
Quest’anno ho deciso di dedicare pienamente i mesi di luglio ed agosto a riflettere su quel desiderio di meraviglia(rsi), dando vita ad un progetto che adesso, con un po’ di emozione, ti presento.
Non saprei come definirlo: un quaderno delle esplorazioni, un diario di viaggio, un workbook per le prime settimane di scuola… (se non insegni, salta alla riga (❀) e ti dirò una cosa che può interessarti…).
Si tratta di uno strumento da utilizzare in classe, uno strumento che ho pensato per accompagnare gli studenti ad accorgersi di ciò che può significare un nuovo inizio. Ho giocato perciò con le emozioni - la nostalgia, il desiderio - e con le capacità - il ricordo, l’immaginazione - tentando di comporre un percorso che possa rendere consapevoli della ricchezza di crescere lungo i tre assi della temporalità. In modo che il passato non sia più ciò che è da abbandonare perché ‘superato’, il presente non sia soltanto la fatica e l’impegno che ogni settembre piombano sul collo, e il futuro possa essere immaginato come un terreno di scoperta.
Il diario di viaggio che ne è nato è ricco di attività da svolgere in classe nei primi giorni e nelle prime settimane dell’anno scolastico e - cosa a cui tengo particolarmente - di rimandi alla letteratura contemporanea per ragazzi e ragazze. Posso quindi sussurrare che si tratti (anche) di una sorta di antologia pluridisciplinare.
(❀) sei un genitore e vorresti utilizzare il diario con tuo figlio/tua figlia? Be’... ho pensato anche ad una versione ‘per famiglie’! Scrivimi se sei interessato a questa modalità.
Ti presento oggi questo progetto perché, fino al 31 agosto, lo riservo a chi legge le mie Lettere con uno sconto del 25%: ti costerà 30 euro invece di 40. Dal 1° settembre, poi, lo presenterò a prezzo pieno al pubblico generico.
Se vuoi saperne di più,
puoi scaricare al seguente link la brochure e il piano dell’opera.
E scrivimi per qualsiasi dubbio ti fosse rimasto.
Dato che sono un po’ emozionata ancora, ti saluto subito, ti abbraccio e ti auguro una buona settimana ♡