Lettere ad un (giovane) docente
La Scuola è ancora ciò che salvaguarda l’umano, l’incontro, le relazioni, gli scambi, le amicizie, le scoperte intellettuali, l’eros. Un bravo insegnante non è forse quello che sa fare esistere nuovi mondi? Non è ancora quello che crede che un’ora di lezione possa cambiare la vita?1
Lettere ad un (giovane) docente è un progetto che accarezzavo da tempo.
Pensavo alle Lettere nei momenti in cui aspettavo di entrare in classe per provare a far accadere ciò che avevo preparato e curato in precedenza. O quando entrare in classe mi consentiva di allontanarmi da inutili moduli da compilare.
Lettere ad un (giovane) docente si rivolge a chi crede ancora in una Istituzione che è tutto fuorché astratta, che si incarna nel corpo e nelle menti dei suoi studenti e docenti. Ma vorrei che parlasse anche a chi la scuola (o forse “la Scuola”, come scrive Recalcati) la vive guardandola strizzando gli occhi per metterla a fuoco: alle famiglie degli studenti, a chi nemmeno ha figli, a coloro che sono chiamati a deciderne le sorti.
‘Scuola’ è tuttora per me un tempo sospeso, un tempo per vivere e per amare (come avrebbe scritto Pennac), un tempo nel quale scoprire i confini del proprio Io. Non è il luogo della misurazione, del calcolo o delle vendette.
Quali contenuti puoi leggere su LETTERE AD UN (GIOVANE) DOCENTE
Scrivo due tipi di contenuti:
gratuiti ed accessibili a tutti i lettori (la Lettera del Lunedì e le previews del martedì e del venerdì); si tratta di riflessioni sul sistema-scuola nel suo complesso e delle sue diverse declinazioni (valutazione, orientamento, reclutamento, …)
riservati agli abbonati, per i lettori che desiderano ricevere spunti e suggerimenti su come accrescere il ruolo sociale della professione docente ma anche su come accompagnare i giovani e giovanissimi nel loro percorso scolastico
Anche se non sottoscrivi un abbonamento, riceverai quindi ogni lunedì la mia ‘lettera’. Mi piace pensare che possa esserti d’ispirazione e di sprone, nella settimana che andrai ad iniziare, affinché tu riesca a non dimenticare che “solo lo stupore conosce” e che il tuo senso di meraviglia davanti alla realtà sarà quello anche dei tuoi studenti (o dei tuoi figli).
Chi sono
Mi chiamo Simona Butò e mi occupo di formazione e di comunicazione… da sempre!
Lavoro - in presenza e da remoto - con:
i docenti, per aiutarli a mettere a fuoco la ragione per la quale si trovano ogni giorno davanti alle loro classi ed accompagnandoli nell’approfondire la loro dimensione da ricercatori e testimoni della cultura
gli studenti, per accrescere la loro consapevolezza di essere protagonisti di un percorso (scolastico e accademico) di crescita e di messa a fuoco di un’identità unica
le famiglie, per accompagnare i genitori a superare l’immagine di ‘scuola’ come di sistema oppressivo e definito esclusivamente dalle conoscenze
Mi trovi anche qui:
mentre su Instagram sono @epea.pteroenta
Massimo Recalcati, L’ora di lezione